venerdì 29 aprile 2016

Faenza emergenza rifiuti

Esco di casa e vedo cassonetti strabordanti, per fortuna io (da mesi) non ho niente da buttare. 
Ma vedo gente che si avvicina ai cassonetti con sacchi pieni, fa un giro attorno per cercare un angolo libero, e infine con un'alzata di spalle li abbandona dove capita. Vedo bottiglie sparse dal vento nell'erba, sacchetti di plastica che svolazzano qua e là.

Faenza come Ravenna, sono sommerse dai rifiuti. 
Perché? Sono state abbandonate le cooperative sociali che gestivano i rifiuti per conto di Hera, il nuovo bando è stato vinto da Aimeri Ambiente, che si è aggiudicata l'appalto. E’ partito il ricorso presentato da Ciclat Trasporti Ambiente, che terminerà con giudizio del TAR il 10 maggio, ma intanto il contratto è in mano al nuovo fornitore.
Passati mafiosi, vertenze sindacali, ecco chi ha vinto il bando di gara con un ribasso economico del 14%. 


Hera da sempre ha puntato a lucrare sulla gestione dei rifiuti, sulle spalle dei cittadini e a discapito dell'ambiente: se chi raccoglie i rifiuti è lo stesso soggetto che gestisce lo smaltimento, è facile che l'obiettivo sia unicamente quello di massimizzare il profitto tratto dagli inceneritori e dalle discariche. In poche parole, Hera non vuole "affamare" i suoi inceneritori, né le sue discariche. Per questo dal 2017 il porta a porta (obbligatorio per la legge regionale) sarà misto e non integrale: restano le campane stradali del VPL (vetro plastica alluminio). Hera vuole mantenere le campane stradali della plastica, perché la plastica brucia bene, ha un alto potere calorifico e il suo incenerimento è più conveniente del riciclaggio. D'altra parte, mantenere campane stradali con un porta a porta è rischioso: chi ci dice che la gente, invece che limitare i suoi rifiuti, non butterà il sacco aggiuntivo d'indifferenziata nelle campane stradali per la plastica? A livello regionale solo il 43% della plastica differenziata viene riciclato, tutto il resto viene incenerito. Hera teme il porta a porta integrale, perché quest'ultimo stimola la riduzione dei rifiuti, affama i suoi inceneritori e le sue discariche. Hera vuole che produciamo tanti rifiuti. E' il suo business. 
Hera ed Herambiente sono già state condannate nel 2014 dall’Antitrust al pagamento di una multa sanzione di circa 1,898 milioni di euro per abuso di posizione dominante nei mercati collegati alla raccolta differenziata di carta in numerosi comuni dell’Emilia Romagna.Ma non basta. La discarica Tre Monti, a Imola, è oggetto delle brame di ampliamento da parte di Conami, che la affitta ad Hera, che a sua volta guadagna dallo smaltimento in discarica, perseverando anche di fronte al rilevamento di inquinanti pericolosi che escono dalla discarica.
Ricordiamo ai sindaci che si lamentano dell'emergenza rifiuti, che sono stati loro a dare in mano a Hera il lucroso affare dei rifiuti. Ricordiamo loro che a Forlì hanno scelto una strada diversa, più coraggiosa: la gestione in house, dal prossimo anno. 
Ricordiamo ai nostri sindaci che non devono solo piangere sui "rifiuti buttati", ma attivarsi per progetti volti alla riduzione a monte, incentivando e premiando scelte virtuose (pannoli lavabili, sfuso, vuoto a rendere). C'è un fondo ad hoc per progetti volti alla riduzione dei rifiuti, stabilito dalla legge regionalePuntiamo sulla raccolta porta a porta integrale e sulla tariffa puntuale; si paga per quanto si butta. Incamminiamoci tutti, comuni e cittadini, sulla strada verso “Rifiuti Zero”. 

1 commento:

  1. i rifiuti sono una risorsa se recuperati e utilizzati in una economia circolare.Rifiuti zero bisogna cambiare vita e non e' per tutti,e' un altro modo di vivere ma meno rifiuti si puo',e' il consumo che da risorse allo stato e alla economia che purtroppo non e' circolare, da qui' e' tutta da ripensare.

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